Noblesse oblige

Torino, 16 febbraio 2014; Juventus-Chievo

Lo Juventus Stadium è il migliore degli stadi italiani. Gara senza concorrenti, peraltro. Lo stato che oscilla tra il mediocre e il penoso della gran parte delle altre strutture rende improbabile qualsiasi confronto. Senza entrare nel merito della polemica sulle agevolazioni godute da chi lo ha costruito e lo gestisce, resta il fatto che i servizi siano decisamente di ottimo livello. Uno standard che verrebbe da definire “europeo”, nell’accezione virtuosa del termine. Che sia per lavoro o da semplici spettatori, il costo-biglietto tutto sommato viene ripagato, anche se l’impianto resta di dimensioni modeste – a volte neppure esaurito, nonostante i “dieci milioni di tifosi” – e l’atmosfera talvolta sembra generare un retrogusto artificioso che contrasta con l’aspetto spettacolare dell’intrattenimento. Insomma, qui si respira un’aria più da Nba – nell’accezione lontana rispetto al concetto di calcio che abbiamo in Europa.

Questo Juve-Chievo non coincide con la prima volta allo Stadium ma con la prima diretta integrale alla radio da questo impianto che, noblesse oblige, incute comunque rispetto. Ernesto Kieffer e il sottoscritto commentiamo la partita dall’ultima fila della tribuna stampa. Una postazione più vicina alle bellissime Alpi retrostanti che al centro di una sempre deliziosa Torino. In fondo è meglio così: abbiamo una visuale ideale di tutto e il collegamento funziona a meraviglia. Un po’ meno il Chievo, anche se contro la Vecchia Signora è normale attendersi una prestazione in salita, soprattutto se reduce da undici successi consecutivi in casa. Tra i pali Corini lancia Agazzi, appena arrivato nel mercato invernale: prende il posto di Puggioni, mentre Guana torna a partire titolare dopo una lunga assenza. Suo malgrado, il neo acquisto deve raccogliere due volte il pallone in rete, non immune da colpe almeno sulla seconda rete. Nella ripresa il mister si gioca la carta Pellissier. Il capitano entra col turbo e costringe un errore la difesa bianconera. L’autogol lascia aperta la speranza per una rimonta ma il sogno si spegne in meno di dieci minuti, con Llorente a piazzare il terzo gol bianconero. Ciao Stadium, ci rivedremo.

Paolo Sacchi

Juventus 3-1 Chievo

Marcatori: Asamoah (17), Marchisio (29); Caceres aut. (51), Llorente (58).

Juventus: Buffon, Caceres, Bonucci, Ogbonna, Lichtsteiner, Vidal (40′ st Padoin), Pirlo, Marchisio, Asamoah, Giovinco (26′ st Tevez), Llorente (26′ st Osvaldo). All. Conte.

Chievo: Agazzi, Bernardini, Canini, Frey, Sardo, Guana, Radovanovic, Hetemaj, Dramé (18′ st Rubin), Stoian (1′ st Pellissier), Thereau (33′ st Obinna sv). All. Corini.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.