Il luogo del delitto

Genova, 15 febbraio 1995; Genoa-Milan

Il 29 gennaio all’esterno dello stadio di Marassi diventa teatro di una tragedia. Un ragazzo di 19 anni – “milanista” – accoltella a morte un coetaneo genoano in una zuffa tra ultrà. Comunque sia, la partita viene iniziata e poi sospesa dopo il primo tempo sotto la pressione della gradinata nord che invoca a Torrente e compagni di fermarsi. La richiesta arriva dopo l’ufficialità del decesso del tifoso, avvenuto sull’ambulanza che lo stava portando all’ospedale di San Martino. Il dopo-gara è un delirio. Sul lato esterno dello stadio verso il torrente Bisagno si scatenano gli scontri: uno sfogatoio per i più facinorosi tra i tifosi genoani, alla ricerca di un’improbabile vendetta, tra cariche e contro-cariche della Polizia. Nel frattempo, rinchiusi nel proprio settore per ore, gli ospiti sono passati al setaccio e nel giro di poco viene individuato il colpevole.

La lega decide di rigiocare Genoa-Milan un paio di settimane dopo. E non ha torto: per molti motivi: viene ritenuto improbabile che si possano replicare le scene pietose di 18 giorni prima – anche perché lo stadio è militarizzato – dunque tanto vale togliersi il problema subito, con un effetto immediato sulla cosiddetta “regolarità” del campionato. Superati controlli che purtroppo con gli anni diventeranno la prassi, dal settore distinti assistiamo ad una gara giocata un po’ al piccolo trotto, tra due squadre che sembra facciano del loro meglio per non accendere alcuna miccia possibile sugli spalti. Peraltro privi degli ospiti a cui è stata inibita la presenza, anche se c’è da dubitare che quella sera qualcuno, sano di mente, si sarebbe mai potuto presentare con un vessillo rossonero al collo viste le premesse. Il Genoa sembra comunque provarci. Con Skuhravy va effettivamente in vantaggio, ma poi l’ex Panucci, nel finale, su punizione, riporta il punteggio nella parità pronosticata (auspicata?) da molti alla vigilia.

Una serata con un retrogusto amaro, insomma, e non potrebbe essere altrimenti. Anche se, nell’ambito di questa vicenda, la mente scivola immancabilmente alla domenica tra le due partite in questione, quella successiva all’omicidio, in cui il campionato venne fermato per lutto. Nel punto in cui Vincenzo Spagnulo venne ucciso, in molti deposero oggetti ricordo, pensieri, sciarpe e fiori. Portammo a far vedere quel luogo a nostra nonna, a compendio nel giro a piedi che abitualmente faceva dopo aver partecipato alla messa. Ne rimase interdetta. Mentre osservava l’enorme distesa di oggetti di ogni genere, un giornalista della Rai la intervistò – inizialmente, a sua insaputa: non aveva notato la telecamera e il microfono – scegliendola con ogni probabilità in quanto tra le persone più anziane tra i tanti presenti in quel momento. Per quanto surreale nel contesto, quell’intervista alla Rai è il nostro unico video-ricordo di lei.

Paolo Sacchi

Genoa 1-1 Milan

Marcatori: Skuhravy 45 (rig), Panucci 83

Genoa: Micillo, Torrente, Caricola II, Manicone, Galante, Francesconi, Ruotolo, Bortolazzi, Van’t Schip, Skuhravy (Delli Carri dal 76), Miura. All: Marchioro

Milan: Rossi S., Panucci, Maldini, Albertini (Donadoni dal 46), Costacurta, Baresi II, Eranio, Desailly, Massaro(Melli 60), Di Canio, Simone. All: Capello

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.