In nome del Pergocrema

Crema, 5 gennaio 2011

A volte alle domande la risposta più semplice e logica coincide con quella più corretta. Esempio: è sufficiente cambiare un nome ad un ristorante per attirare più clienti? Oppure: cambiando le proprie generalità si risulta più simpatici? Ovviamente no, pare evidente. Invece nel 2008 i dirigenti della Serie C italiana hanno pensato che fosse sufficiente ribattezzare il torneo in “Lega Pro” per pensare di affascinare media e pubblico. Con il risultato, nove anni dopo, di tornare all’originale. Che sarà poco “originale” ma almeno è percepito come “onesto”, rispetto all’iniziativa di “naming” – nel linguaggio markettaro – in definitiva giovata solo alla società che ha avuto l’appalto per ideare il brand – sic – Lega Pro.

Al Voltini quando scendono in campo Pergocrema e Monza il contesto è deprimente. Non tanto per la qualità del gioco, che comunque svela una gara tesa e combattuta tra due squadre a corto di punti, in un pareggio che non accontenterà nessuno. A rendere il tutto oltremodo triste è il contesto. Lo stadio, storico e potenzialmente suggestivo, al limite della fatiscenza quanto semivuoto. Entrambi i club sono al limite della tenuta economica. Nulla di nuovo sotto il sole: il “cambiamento epocale”, anticipato con sobrietà dal presidente della lega Mario Macalli, non non si lo vede neppure da lontano e Crema non fa eccezione. Anche se nei comunicati si scrive che “l’abito non fa il monaco” e il rilancio si basa tutto su “una diversa etichetta più accattivante che dà dignità a tutto il movimento”, come affermato alla presentazione del “brand” (sic), nel frattempo le società continuano a fallire e il pubblico a dileguarsi da impianti al limite della decenza.

In quel periodo il Pergocrema non se la passa benissimo e da li a breve costerà a Macalli una figuraccia epica. Pur essendo presidente della Lega, provvede a registrare a proprio nome i marchi ‘Pergocrema‘, ‘Pergocrema 1932’, ‘Pergolettese‘ e ‘Pergolettese 1932’. Dopodiché nel luglio del 2012 il club gialloblù fallisce anche a seguito della mancata erogazione dei contributi di Lega previsti. Quando alcuni tifosi provano a fondare una nuova società sul modello dell’azionariato popolare, devono abbandonare il progetto in quanto i marchi – che scoprono essere di proprietà di Macalli, vengono ceduti all’azionista di maggioranza del Pizzighettone. Scattano così le accuse della Procura per aver registrato i marchi in “conflitto di interesse, venendo meno al ruolo di imparzialità” e “aver aggravato la situazione di crisi finanziaria della società”, trattenendo i contributi “senza alcuna giustificazione giuridica”. Se nel secondo caso finirà per essere scagionato, la corte federale nazionale inibirà il presidente della Lega per sei mesi in quanto colpevole della violazione dell’articolo 1 bis del Codice di giustizia sportiva quello che dice che “i dirigenti (…) devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. Rientrato al proprio posto dopo la squalifica, si dimetterà solo nel 2015; nel frattempo, la Lega Pro è tornata a chiamarsi Serie C.

Paolo Sacchi

PERGO

Pergocrema – Monza 1-1 (0-1) 

Marcatori: 9’ Ferrario su rigore (M), 87’ Daleno (P)
Pergocrema
: Russo, Ghidotti, Rizza (55′ Lolaico), L. Ricci, Romeo, Daleno, Mammetti, Basile (60′ Profeta), Maccan (74′ Angiulli), Galli, Simeoni. All. Maurizi
Monza: Marcandalli; Uggè, Cudini, Fiuzzi, Barjie; Prato, Iacopino, Oualembo (79′ Campisi); Stefàno S. (57′ Bugno), Ferrario, M. Ricci (89′ Russo).  All. Verdelli

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.