Podgorica – Argento pesante

Se anziché un Paese indipendente fosse una provincia italiana, il Montenegro oggi rischierebbe l’abolizione. Dalle dimensioni del Trentino Alto Adige ma con una popolazione di poco superiore all’intero comune di Genova, tra monti, canyon e valli, monasteri, spiagge di sabbia e fiordi, passando da quelle parti durante le Olimpiadi si è rischiato di diventare anche quasi esperti di pallamano. Dopo una prima fase non particolarmente brillante, la nazionale femminile è volata fino alla finale sbaragliando avversarie più quotate tra l’entusiasmo di chi, Da Ulcinj a Budva passando per Cettigne, ne ha seguito in diretta tv le gare dal Copper Box di Hackney. Un seguito che, in definitiva, ha perfino superato quello verso i colleghi maschi della pallanuoto la cui corsa è terminata in semifinale e il podio è svanito per un solo gol. A Podgorica, nella centralissima piazza dell repubblica, luogo che tradisce il precedente nome della città, Titograd, tra affollati caffè situati in edifici che richiamano l’epoca del socialismo-reale, davanti al megaschermo ragazzi con bandiere e maglie giallorosse hanno seguito la finalissima. In una sorta di derby dei fiordi con la Norvegia – il panorama intorno a Cattaro non ha nulla da invidiare per impatto scenografico alla rotta dell’Hurtigruten, se non per dimensioni – il 26 a 23 subito dalla squadra già campione mondiale e continentale guidata da una strepitosa Linn Jørum Sulland non però ha interrotto i festeggiamenti alle ragazze una volta rientrate a casa. Un secondo posto che altrove sarebbe stato vissuto come una sconfitta o, peggio, nell’indifferenza, non ha ridimensionato il valore intrinseco di una prestazione che ha emozionato in maniera sana tutta una nazione. Come afferma giustamente Stefano Olivari su Indiscreto.info, le medaglie si contano ma soprattutto si pesano. Però questa d’argento, l’unica conquistata a Londra 2012, per i concittadini di Mirko Vučinić ha un valore inestimabile.

di Paolo Sacchi

Montenegro

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.