Quella volta di Rrudho a San Siro

Giocare in Serie A, chi non l’ha mai sognato? Se poi il palcoscenico fosse quello di San Siro, di fronte 41mila persone, l’avversaria si chiamasse Milan e ci si trovasse sul terreno di gioco insieme a Ronaldo, Kakà, Gattuso e Gilardino, chiunque ci metterebbe la firma. Anche fosse solo per qualche minuto.

Una speranza trasformatasi realtà tanto all’improvviso per Xhulian Rrudho da Lushnje, Albania. Prelevato in C1 dall’Ancona a fine gennaio 2007, nei cinque mesi trascorsi col Chievo ha stabilito un record, per così dire, ‘dolceamaro’. E’ il giocatore straniero ad aver vestito la casacca gialloblù in una competizione ufficiale in un’unica circostanza e per il minor tempo assoluto. 660 secondi in tutto, ma certamente indimenticabili soprattutto a livello personale. Il 3 marzo 2007, al minuto 79, con i rossoneri avanti 2-1, Delneri gioca la carta a sorpresa. Fuori Sammarco, dentro il 19enne Rrudho. Che debutto… “A ripensarci mi viene la pelle d’oca”, ricorda con piacere il giovane attaccante. “Quando il mister mi ha detto che sarei entrato, l’emozione era davvero tanta. In campo però ho pensato esclusivamente a giocare, senza paura. Ho partecipato a quattro o cinque azioni, ho dato davvero tutto quel che potevo”. La gara si chiuderà poi 3-1, sigillata da una punizione di Seedorf al  90°, ma per Rrudho ci sarà in premio il souvenir della maglia donatagli da Pirlo, conservata tuttora gelosamente “insieme ovviamente alla mia maglia del Chievo che ho indossato nell’occasione”. Chiuso in organico da tanti attaccanti con maggior esperienza, a iniziare da Pellissier –“un giocatore straordinario”- per Xhulian non ci sarà però più spazio in prima squadra. Così a fine stagione passerà in C2 al Sansovino per fare esperienza, ma la sfortuna è in agguato. “A causa di un brutto infortunio sono stato fermo un anno e mezzo. Ho provato a ripartire col KF Tirana poi però sono tornato in Italia”. Ora gioca nel Piano San Lazzaro, società di Ancona quest’anno a caccia della promozione in Serie D contando soprattutto sui suoi gol e le sue caratteristiche di gioco ‘alla Bogdani’. “Il calcio è così. Ci vuole tanto per arrivare in alto e basta un attimo per scendere. Però bisogna andare sempre avanti”. Senza demordere. “So che non sarà certo facile tornare lassù, ma la speranza c’è sempre. Magari un giorno… mai dire mai…”.

di Paolo Sacchi (Mondo Chievo 08)

Rrhudo

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.