Sempre più in alto, Samuel

Samuel, stai diventando un giocatore sempre più importante per il Chievo. Qualche sensazione particolare? Sono contento di essere spesso in campo, questo è certo. È un bel momento per me: sono giovane, so che devo ancora crescere, ma anche che è importante aiutare la squadra quanto possibile.

Dodici partite e un gol al primo anno in serie A, diciotto gare con una rete all’attivo in questa stagione. Anche i numeri dicono che tutto sta andando per il meglio. Sei d’accordo? Credo siano il segnale che sto crescendo. Ho già superato il numero di presenze dello scorso campionato e significa molto. Sto lavorando bene ma ho la consapevolezza di non potermi accontentare. In campo il mio obiettivo è eseguire i compiti che il mister mi assegna e soprattutto dare il mio contributo nel gruppo insieme ai miei compagni: siamo in un momento complicato della stagione in cui dobbiamo fare più punti possibili e tutti sappiamo di dover dare il massimo.

Anche in questa stagione hai giocato in diverse posizioni: stai mostrando grande duttilità. Si, cambio spesso ruolo ma non il mio approccio alla partita. Vale il concetto di prima: penso solo a fare del mio meglio in tutto ciò che l’allenatore mi chiede. Ho giocato mezzala e in altre posizioni: per un giocatore come il sottoscritto l’unica cosa che conta davvero è farsi trovare sempre pronto, a prescindere da quando e dove gli viene chiesto di giocare.

Mezzala destra, sinistra, trequartista o esterno: hai dimostrato di saperti calare in ogni posizione sul campo. Dì la verità: qual’è il ruolo che ti stimola di più? Nella modalità del gioco del Chievo la posizione che preferisco è quella della mezzala di sinistra. È il ruolo in cui mi è capitato più volte muovermi da quando sono arrivato qui, anche in allenamento. Però non ho problemi quando vengo schierato a destra o altrove: l’importante è essere in campo e sostenere la squadra.

Tempo fa ci avevi detto che dei tuoi calciatori preferiti è Marco Verratti. È ancora una fonte d’ispirazione? Seguo sempre con attenzione i calciatori che giocano a centrocampo e non nego che Verratti sia sempre stato uno dei miei preferiti. Gioca un calcio semplice ed efficace e ha avuto una bellissima carriera. Come me, è partito dalla serie B. È stato talmente bravo ad emergere che è passato subito al Paris-Saint-Germain, un grande club che gioca in Champions’ League. Chi non vorrebbe prenderlo da esempio?

In serie A col Chievo hai messo a segno due gol importanti: un anno fa con il Genoa a Marassi e uno quest’anno in casa contro l’Atalanta. A questo punto della stagione, in piena corsa per la salvezza, non sarebbe male un tuo tris. Sì, certo, se riuscissi a segnare ancora ne sarei felice. Però solo a patto che il Chievo poi vinca. I tre punti sono l’unica cosa che conta davvero. Quando vedi entrare la palla in rete è sempre un enorme piacere e non importa se il gol lo segni di piede o di testa come quella volta a Genova. Spero di incrementare il mio numero di reti col Chievo ma lo ripeto: prima di tutto viene la squadra.

Due settimane fa hai incrociato Mertens, sabato prossimo sarai a casa di Nainggolan: due stelle della nazionale belga. Qualche pensierino verso quella divisa? Certo, sarebbe bellissimo giocare con la maglia del Belgio insieme a due grandi giocatori come loro. Con la Under-21 soggiorniamo nello stesso albergo della nazionale maggiore e mi capita sovente di vederli e parlare insieme a loro. Cosa mi dicono? Di continuare così, di non mollare mai. Ho incontrato Dries dopo la partita di Napoli e mi ha detto di tener duro, di crederci fino in fondo. E ha aggiunto che se giocheremo tutte le partite come quella del San Paolo di sicuro possiamo salvarci.

Si dice che il Belgio sia tra le favorite per la Coppa del Mondo. Come la vedi? Sono una grande squadra. Ci sono campioni che giocano nelle migliori squadre d’Europa: Barcellona, Chelsea, Roma, Napoli, Manchester City e United. Insomma, sulla carta è una delle favorite. Vincere un mondiale però non è facile. Sono curioso anch’io di vedere come andrà a finire.

A proposito di Belgio: lì vivono i tuoi genitori. Quest’anno sono già venuti a trovarti? Sì, sono stati qui e hanno anche apprezzato la bellezza di Verona. Mi ha fatto molto piacere, anche perché in questa stagione gioco più spesso. La famiglia e gli amici hanno un grande valore per me. Mi seguono e sostengono sempre. È importante sentire la loro presenza, anche se qui mi trovo molto bene. Sono tutti gentili con me. Ormai l’Italia è la mia seconda casa.

Chiudiamo in musica: mettiamo su qualcosa di Ke Black? Ovviamente [ride]. Adoro quel genere musicale [rap] che mi fa ballare. Mi trasmette energia, come la musica africana.

In questa ultima parte di stagione ci sarà da ballare sul campo: oggi Inter, poi Roma e a ruota il trittico finale. Noi dobbiamo concentrarci solo su noi stessi e non guardare gli altri. Dobbiamo affrontare ogni partita con la mentalità giusta. Abbiamo fiducia nei nostri mezzi e questo conta moltissimo. Insomma, spero di poter ballare e far ballare il pubblico del Bentegodi: vorrà dire che ce l’avremo fatta.

Qual è il messaggio che vi ha dato del mister prima di una partita difficile come questa contro l’Inter? A tutti chiede sempre massima attenzione. Dobbiamo giocare concentrati su ogni palla, in ogni fase della partita. Da questo momento in poi non possiamo più perdere occasioni per fare punti. Abbiamo le qualità e le risorse per arrivare alla salvezza. Dobbiamo mostrare grande compattezza fino alla fine.

Paolo Sacchi

(foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.