Squadra vera all’Olimpico

In medio stat virtus. Tra il tutto e il niente, tra un sorprendente successo svanito per un soffio e un’immeritata sconfitta a lungo temuta, dalla capitale del latino per eccellenza il Chievo torna ripensando alla locuzione che ricorda che, spesso e volentieri, la virtù sta nel mezzo. Alla fine di novantacinque minuti brillanti, la sfida tra gialloblù e giallorossi si è chiusa con un pareggio. Un due a due giusto, frutto di una gara in definitiva equilibrata. Meglio la Roma nella prima parte, meglio il Chievo nella seconda, anche se già nei primi quarantacinque minuti aveva lanciato segnali interessanti

Chievo ordinato, schierato a specchio rispetto agli uomini di Di Francesco, partiti lancia in resta e capaci di capitalizzare le occasioni da rete nei pochi frangenti in cui hanno trovato spazi davanti a Sorrentino. Una volta sotto, il Chievo ha giocato meglio. Paradossalmente si è liberato della paura di perdere. Sia nella copertura dei propri ultimi venticinque metri che nella costruzione del gioco si è vista una squadra fluida, con un Radovanović tornato al top nel dettare i tempi nelle due fasi e i due giocatori più tecnici, Birsa e Giaccherini, a tutto campo alle spalle di Stepinski. Il raddoppio di Cristante non ha mortificato le speranze degli uomini di D’Anna. La giocata di Dzeko è risultata l’ultima in cui Rossettini e soci sono andati in affanno, semmai con il solito santo Stefano tra i pali a supplire nelle poche occasioni in cui i giallorossi sono stati realmente pericolosi al tiro.

Al contrario di quanto accaduto a Firenze, benché sotto di due reti la squadra ha continuato a giocare, convinta di essere sulla strada giusta. Con determinazione e ragione, come rimarcavano anche le occasioni mancate in chiusura di frazione. Un cambio all’intervallo – Hetemaj per Obi – e poi finalmente la svolta. La gemma di Birsa non è stata solo una straordinaria giocata: è stato uno squillo di tromba, un colpo di cannone. La breccia nella porta di Olsen era finalmente aperta. I gialloblù hanno continuato a proporre il loro gioco, su linee semplici e alzando a intermittenza gli esterni. La fotografia più nitida è arrivata in occasione del gol del pari di Stepinski, costruito sulla progressione di Leris accesa da Barba e dal taglio sotto porta di Giaccherini. Da parte sua Mariusz ci ha messo il resto: stavolta ha tirato fuori dal repertorio un’altra delle sue doti, quella del centravanti di rapina. Da lì in poi è stata battaglia. Altri dodici minuti di pura adrenalina conclusi con Olsen e la traversa a dire di no ad un’altra perla, in questo caso firmata Giak, negando al Chievo la possibiltà di far festa grande. Comunque sia, Lorenzo D’Anna può accontentarsi per il risultato e la prestazione. I segnali che la sua squadra ha mandato da Roma sono tutt’altro che di fumo.

Paolo Sacchi

(foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.