Zemanlandia in Svizzera

Lucerna, 2 marzo 2016; FC Luzern – FC Lugano

Trecento persone, forse anche molte di più. Le avevamo viste casualmente una serata estiva a Lugano, in piena estate, su un campetto. Erano in coda per entrare a vedere poco più che un allenamento: la formazione locale affrontava un’avversaria formata da dilettanti, giusto per provare gli schemi. Numeri impensabili in Svizzera, per una sgambata precampionato, in cui i giocatori non indossano a malapena le divise ufficiali. Nel dubbio se entrare a dare un’occhiata, in ogni caso un fatto era chiarissimo: la Zeman-mania aveva attecchito anche in Canton Ticino. Neppure iniziata la stagione, il metro era la singolare presenza di tifosi e curiosi agli allenamenti a Cornaredo. “Al massimo in passato ne vedevi giusto tre o quattro”, ci ha raccontato un collega elvetico, anche lui ansioso di applaudire dal vivo la squadra tornata quell’anno nella massima serie svizzera dopo un’assenza durata tredici stagioni.

Pur con naturale connotazione svizzera di sobrietà e misura, curiosità e soddisfazione sono stati palpabili fin dall’arrivo del tecnico boemo nell’estate 2015. L’aneddotica non ha tardato a diventare copiosa: “Lunedì li ha fatti lavorare mezzora solo sui rilanci del portiere!”. “Invece avreste dovuto vederlo mercoledì: gli ha fatto fare otto ripetute sui quattrocento metri. Otto!”. Con buona pace di Livio Bordoli, il tecnico della promozione, la scelta del presidente Angelo Renzetti di avvalersi di Zdenek Zeman è stata una sorta di vibrante scossa positiva per una piazza che in epoca recente troppe volte era rimasta scottata. Dopo il fallimento del 2003 e il suicidio sportivo nel 2010 durante la presidenza Preziosi, a Lugano finalmente ci si stropiccia gli occhi per ragioni più allegre. Non saranno solo rose e fiori, come previsto. A tratti il gioco zemaniano trova giornate straordinarie – nonostante interpreti non certo di prim’ordine – mentre altre decisamente opache con una difesa che omaggia il noto formaggio Emmental. L’alternanza di prestazioni e risultati incolla la formazione ai bassifondi della Super League. Zeman sta facendo di necessità virtù: nel frattempo ha plasmato un ragazzino della primavera del Milan – Piccinocchi – in un mini-Verratti e sta lavorando sullo sconosciuto macedone Alioski, reinventandolo da difensore in ala/trequartista.

In difficoltà in campionato, complice qualche sorteggio fortunato in coppa i bianconeri marciano fino alle semifinali. La competizione nella confederazione è molto sentita: per la partita secca disputata alla bellissima Swisspor Arena di Lucerna, sede stabilita dal sorteggio, l’afflusso dal Ticino è sorprendente quanto il freddo a cui non ci abitua mai, pur prevedibile oltre il Gottardo. La gara è un classico del calcio romantico. Pronti-via e mezzora di Zemanlandia. Lugano dirompente: vantaggio immediato con il greco Donis e strapotere assoluto sulla squadra di Babbel, inebetita dal gran ritmo, tra tagli, verticalizzazioni, scambi di posizione in fase di possesso. Al pubblico in trasferta si illuminano gli occhi, quello di casa teme il peggio. Invece puntuale arriva la sbandata difensiva che regala il rigore del pari. Tutto da rifare? Nessun problema, ci siamo abituati. La ripresa inizia allo stesso modo: altra zampata di Donis e poi una serie impressionante di gol divorati prima che Djuric venga espulso e Sabbatini sbagli il rigore. Prova il “cucchiaio” ma prende la traversa. In un finale da brividi, con il Lucerna che schiaccia senza soste, Valentini si riscatta arpionando dalla porta l’occasionissima del pari dei padroni di casa. Finisce qui, tra il delirio di giocatori e tifosi ospiti. Mentre si abbracciano collettivamente, spicca uno striscione. Raffigura una targa automobilistica svizzera, con lo scudo crociato e lo stemma ticinese. Il numero? ZZ 433. Entusiasmo puro per un allenatore che – senza le sovrastrutture del tifo – è da considerarsi un autentico uomo di sport, in grado come pochi di far sognare. Nella buona e nella cattiva sorte.

Paolo Sacchi

Lucerna 1–2 Lugano (1-1)

Marcatori: Donis 2, Schneuwly (rig) 45, Donis 52

Lucerna: Zibung; Schachten, Sarr, Puljic, Thiesson; Hyka, Kryeziu (66′ Jantscher), Haas (80′ Neumayr), C. Schneuwly; M. Schneuwly, Frey (80′ Yesil).

Lugano: Valentini; Veseli, Malvino, Djuric, Jozinovic; Sabbatini (86′ Pusic), Rey, Crnigoj; Culina, A. Donis (75′ Alioski), Tosetti (70′ Datkovic).

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.