Chi fermerà la musica?

Audentes fortuna iuvat, ovvero “il destino favorisce chi osa”, è una locuzione latina tradotta con “La fortuna aiuta gli audaci”. Un motto che si addice al percorso di Italia e Inghilterra a Euro 2020: tra il serio e il faceto, c’è voluto davvero coraggio nell’adottare come inni informali due canzoni associate a débâcle memorabili. Da un lato, “Three Lions”, autoironico pezzo composto per nazionale inglese a Euro ’96 cantato dal duo di comici formato da David Baddiel e Frank Skinner. Musicato dai The Lighting Seeds, è famoso per il suo ritornello “It’s coming home”, tornato a risuonare a Wembley ad ogni partita dell’Inghilterra. Per inciso, a Euro ’96, disputato in casa, dopo una prima fase con due vittorie ed un pareggio, Shearer e compagni vennero eliminati in semifinale ai rigori dalla Germania. Dall’altro c’è “Un’estate italiana”, scritta e musicata da Giorgio Moroder (“To be number one” il titolo originale), interpretata dalle voci di Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Il brano, che rimanda alle “notti magiche” del testo e ai sogni di Italia ’90, finiti male per Vialli, Baggio, Zenga e soci, infallibili fino alla semifinale quando vennero puniti ai tiri dal dischetto dall’Argentina, è tornato in auge dopo le tre partite disputate dalla nazionale di Roberto Mancini

Audentes fortuna iuvat, ovvero “il destino favorisce chi osa”, è una locuzione latina tradotta con “La fortuna aiuta gli audaci”. Un motto che ben si addice al percorso di Italia e Inghilterra a Euro 2020: tra il serio e il faceto, c’è voluto davvero tanto coraggio nell’adottare come inni informali due canzoni associate a débâcle memorabili.

Da un lato, “Three Lions”, inno autoironico della nazionale inglese per Euro ’96 cantato dal duo di comici formato da David Baddiel e Frank Skinner. Musicato dai The Lighting Seeds, è famoso per il suo ritornello “It’s coming home”, tornato a risuonare a Wembley ad ogni partita dell’Inghilterra. Per inciso, a Euro ’96, disputato in casa, dopo una prima fase con due vittorie ed un pareggio, Shearer e compagni vennero eliminati in semifinale ai rigori dalla Germania.

Dall’altro c’è “Un’estate italiana”, scritta e musicata da Giorgio Moroder (“To be number one” il titolo originale), interpretata dalle voci di Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Il pezzo, che rimanda alle “notti magiche” del testo e ai sogni di Italia ’90, finiti male per Vialli, Baggio, Zenga e soci, infallibili fino alla semifinale quando vennero puniti ai tiri dal dischetto dall’Argentina, è tornato in auge dopo le tre partite disputate dalla nazionale di Roberto Mancini all’Olimpico di Roma nella competizione continentale itinerante.

In questo mese le due vecchie hit sono state riproposte nei rispettivi Paesi in ogni salsa calcistica. A sprezzo del pericolo, verrebbe da aggiungere. Che nel mondo del pallone in genere include anche nella cabala. Questa volta, almeno nella versione musicale, messa definitivamente alla prova.

A pesare bene la dea bendata – per chi ci crede – qualche riserva sulla buona sorte legata alle canzoni in questione è lecita, almeno prima di essere rispolverate nell’itinerante Euro 2020. Finora Italia e Inghilterra hanno seguito un percorso eccellente. Domenica sera l’Europa saprà se sarà l’Italia a vivere una notte magica oppure l’Inghilterra a riportare a casa una coppa calcistica. Al fischio finale, per chi vincerà sarà la conferma che la cabala non esiste. Al contrario, gli sconfitti inizieranno a pensare se non sia il caso di cambiar musica.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.