Chievo v Cagliari – Intervista a Fabio Moro (MC 04)

Pilastro della difesa gialloblù per oltre dieci anni, la scorsa estate Fabio Moro ha chiuso la sua carriera agonistica. A 35 anni e dopo 249 presenze e tre gol è arrivato il momento della svolta professionale per il ‘mastino dalla faccia d’angelo’. Dal campo alla scrivania, ma sempre con il Chievo nel cuore. E’ stata una decisione fulminea quanto traumatica maturata velocemente. Mi sono reso conto che anche se la testa mi diceva di continuare, il fisico non rispondeva più al cento per cento. Quando prendi coscienza che la tua carriera finisce, devi affrontare la cosa. Io amo il calcio, amo questo ambiente e quando il presidente, che ringrazio, mi ha offerto l’occasione di ricoprire questo nuovo ruolo nel club non ho pensato un attimo a cogliere l’occasione al volo con grande entusiasmo. Un lavoro di raccordo tra la squadra e la società, importante quanto delicato, con un maestro d’eccezione… Un compito nuovo in cui ho ancora tanto da imparare ma posso contare sugli insegnamenti di Marco Pacione, un grande professionista da cui sto cercando di apprendere quanto possibile. A lui posso rivolgermi per qualsiasi suggerimento. Per descrivere una delle caratteristiche della nostra mansioneposso svelare un aneddoto che riguarda proprio Marco e il sottoscritto. Il primo anno qui al Chievo mister Delneri anziché centrale da alcune partite mi schierava terzino sinistro. Ero preoccupato, avevo paura di perdere il posto in squadra così ne ho parlato con Marco. Mi è stato vicino, dandomi il consiglio giusto. Che nello specifico era di dare sempre il massimo. E ha avuto ragione. Che effetto fa seguire la partita dalla tribuna? Si soffre da morire. Da giocatore, sul campo, puoi esprimerti, scaricare la tensione partecipando al gioco. In tribuna no, resta tutto dentro e comunque devi mantenere l’equilibrio e avere sempre un comportamento corretto anche per il ruolo che ricopri. Dall’interno, come hai visto questo inizio di stagione? Il mister e il suo staff stanno facendo un ottimo lavoro e il gruppo di giocatori è eccellente. Certo è, come si è visto nelle prime giornate, che sarà un campionato molto equilibrato. Pertanto non bisognerà mai abbassare la guardia e restare concentratissimi sino alla fine. Dovremo migliorarci partita dopo partita, correggere gli errori, trovare gli automatismi giusti che permettano un completo inserimento dei nuovi. In ogni caso, sono le motivazioni importanti unite a costanza e grande lavoro che possono portare a raggiungere gli obiettivi, anche impensabili. Hai chiuso la carriera contro la Roma nel maggio scorso marcando Francesco Totti, uno dei tanti fuoriclasse che hai affrontato nella tua lunga carriera. Giocare in Serie A, scendere in campo ogni settimana contro grandi campioni in stadi importanti, e non intendo solo San Siro ma anche il Bentegodi, offre stimoli naturali incredibili. Giocatori come Ronaldo però, soprattutto quello del primo periodo all’Inter, non ne ho davvero mai incrociati. Un fenomeno, imprendibile. E a proposito del fatto che nel calcio come nella vita nulla è scontato, noi riuscimmo nell’impresa di superarlo in quella magica serata a Milano nel 2001. Un ricordo che mi resterà nel cuore tutta la vita. Unadelle tante soddisfazioni regalate al popolo gialloblù… In tutti questi anni i tifosi ci hanno sempre sostenuto con grande passione e affetto in ogni momento, soprattutto dei periodi di difficoltà. Abbiamo sempre bisogno del loro calore, di sentirli vicini. E’ troppo importante giocare in Serie A e per questo è fondamentale il sostegno di tutti per raggiungere il traguardo finale.

di Paolo Sacchi (Mondo Chievo 04)

MoroFabio

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.