I colori dell’Apoel Nicosia

Nicosia, 5 marzo 2010; Apoel-Ael

Tra Agia Napa e Famagosta, in linea d’aria, ci saranno una quindicina di chilometri. L’uso del condizionale non è casuale. Ci sarebbe anche una strada diretta ma è interrotta da oltre quarantanni. Per l’esattezza dal 1974, anno dell’invasione turca che ha incorporato il nord dell’isola di Cipro, costringendo alla fuga la popolazione greco-cipriota dalla città che fu, un tempo, prima colonia genovese e poi veneziana. Al confine ci si arriva dopo aver deviato in una stradina appena segnata, che porta diritti nel territorio cuscinetto tra due Paesi sotto lo sgradito controllo dell’esercito britannico: da dove arriviamo siamo nell’Unione Europea, dove stiamo andando è un territorio non riconosciuto dalla comunità internazionale. La denominazione ufficiale è Repubblica Turca di Cipro del Nord. Nonostante lo status, alcuni operatori italiani da anni lo inseriscono nello loro mete di viaggio, ai limiti dell’etica e della legge. A noi basta e avanza sapere che il campionato di calcio locale, ben coperto dai media turco-ciprioti, ha un grosso seguito per quanto per Fifa e Uefa non esista.

Famagosta è una città per la metà disabitata. La parte dei quartieri sul mare, inaccessibile anche alla vista se non da qualche punto d’osservazione, è intonsa e immobile dal giorno della fuga della popolazione d’origine greca verso il sud dell’isola. Pure l’Anorthosis, la squadra di calcio locale, ha traslocato a Larnaca, in un fenomeno analogo alla grande e tragica fuga dalla Turchia da parte della popolazione greca negli anni venti. La storia di Cipro e della Grecia e le relazioni con i vicini turchi sono troppo complicate per essere dibattute in poche righe. Il percorso di riappacificazione non è semplice da intraprendere e trattare in maniera superficiale: è sufficiente recarsi al GSP, lo stadio nazionale a sud di Nicosia, per rendersene conto.

Quando gli ultrà dell’Apoel Nicosia, la più celebre squadra di Cipro al pari di Omonoia e Anorthisis,  iniziano a apporre gli striscioni lungo le barriere dietro la curva, il numero di vessilli biancoblù con insegne della Grecia è numericamente impressionante. La bandiera ellenica campeggia in bella mostra anche sul magazine ufficiale – Trilos, ovvero “leggenda”, il soprannome del club – nel numero dedicato alla partita di campionato con l’Ael di Limassol. L’aspetto legato ai colori comunque è molto curioso. Quelli dell’Apoel sono il giallo e il blu, ma appaiono in netta minoranza, almeno in curva. Gli ultrà infatti da una ventina d’anni li hanno sostituiti con l’arancione, tanto che l’orange è diventano anche quello della seconda maglia in loro onore. Non siamo sicuri di quanto i padri fondatori ne sarebbero orgogliosi, tuttavia sappiate che l’origine pare sia legata ad una moda d’inizio anni novanta, mutuata dai tifosi italiani: il bomber rovesciato. Avviene che in una trasferta europea in visita all’Aek di Atene, per distinguersi dai tifosi locali – tutti vestiti di giallo, colore della maglia di entrambi i club- gli ultrà abbiano deciso di rendersi visibili in maniera uniforme, dunque girando la parte interna del bomber – notoriamente arancione – e portandola all’esterno.

Mentre la curva colorata d’arancione, in mezzo ad un tripudio di vessilli bianco-blù, esulta per la rete dei gialloblù dell’Apoel, che dopo una decina di minuti sigilleranno definitivamente il risultato della partita, ci accorgiamo della presenza in campo di Kamil Kosowski, meteora polacca nell’infelice stagione del Chievo retrocesso nel 2007. Mentre annotiamo una sua conclusione verso la porta di Kamil Čontofalský, ex portiere che avevamo seguito con la maglia dello Zenit, i novanta mnutio scivolano verso la fine. Non esattamente un gran match, ma l’affascinante contesto ci ha giustificato ampiamente la presenza, prima di tornare a rimettere i piedi nel mare blu davanti alla spiaggia beige di Nissi.

Paolo Sacchi

Apoel Nicosia 1-0 Ael Limassol

Marcatore: Michail 11

Apoel Nicosia: Chiotis, Poursaetides, Koutsopoulos, Grncarov, Kontis, Morais, Michail, Kosowski (Marcio 75), Breska (Alexandrou 46), Mirosavljevic, Zewlakow (Paulista 12).

Ael Limassol: Čontofalský, Kakoyiannis, D. Júnior, Ndikumana, Ouon, Kerkez (Grozdanoski 77), Fernandes, Borbély (R. Júnior 86), Garpozis (González 60), Serjão.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.