Crotone e Leicester: le convergenze parallele dei media

Servita sul piatto d’argento: oggi per i giornali il Crotone è il “Leicester d’Italia”. Come corre veloce l’informazione! E quanto ama le semplificazioni! Per carità, quelle giornalistiche sono come il pane quotidiano.E il Leicester City nella primavera 2016 è un po’ come le scarpe a punta: quando andavano di moda stavano su tutto. Così nel giorno in cui Vardy e soci potrebbero conquistare la Premier League, sui media italiani si ritrovano a condividere il loro trionfo fino alla punta dell’italico stivale. Detto tra noi, nello specifico sarebbe stato più corretto (idoneo?) tracciare semmai un parallelo tra il grande campionato dei rossoblù calabresi neopromossi in A e l’Ajaccio della Ligue 2 francese della stagione scorsa. Certo, è un paragone da saputelli. Ma non solo: suona meno trendy. E poi come la mettiamo con chi di sport è meno avvezzo? Dunque allora semplifichiamo, tanto per il lettore medio che differenza fa? Basta creare un po’ di suggestione e il gioco è fatto. Sembra ci sia una necessità giornalistica di trovare a tutti i costi analogie e corrispondenze quando si parla di imprese sportive di realtà meno note. Spesso lontane tra loro nel tempo e nei contesti, con il risultato di banalizzarne il valore e le peculiarità. Perché il trionfo del Crotone è completamente diverso da quello del club prossimo campione d’Inghilterra. Certo, talvolta esistono solo punti in comune: ma quali vicende umane o sportive non ne hanno? Proprio la formazione di Ranieri fino a stamattina era il “Verona d’Inghilterra”. Che in quegli anni si diceva fosse una sorta di “Nottingham Forest d’Italia”. Che un po’ ricordava il Cagliari del 1970. Il Wolfsburg del 2009 è stato la “Sampdoria di Germania”, mentre va da sè che l’Hoffenheim da sempre sia  il “Chievo tedesco”. Con l’augurio che tra qualche mese il Crotone possa seguirne le orme e diventare magari “l’Eibar d’Italia” (il Leicester onestamente per ora sembra un paragone impegnativo), l’Alessandria di Coppa per qualche mese è stata il “Calais d’Italia”, che per un soffio aveva sfiorato l’onore di diventare il “Wimbledon d’Inghilterra”. E la Grecia del 2004? Non è stata la Danimarca del 1992? Sul piano calcistico, s’intende.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.