Core grato

Napoli, 25 gennaio 2014

Signori, è arrivata la pizza. All’ultimo piano del secondo anello del San Paolo, nel corridoio di accesso alla tribuna stampa, è allestito il catering prepartita per i giornalisti in servizio. Un luogo in cui, cercando quanto possibile di evitare il luogocomunismo e  la retorica a buon prezzo, si materializza il meglio e il peggio del nostro Paese. Riassunto: ottima cucina locale, ospitalità e simpatia, sciatteria e incuria assortita verso il bene pubblico.

Lo stadio San Paolo offre tutto ciò. Nel bene e nel male. Le pizzette sono buone – e ci mancherebbe – ma per trasportarle fino al piano viene usato l’unico ascensore, dalle dimensione ridotte, che serve a decine e decine di persone per raggiungere il proprio posto di lavoro. L’alternativa è salire o scendere decinedi scalini. Nel frattempo che le vivande arrivano a destinazione, chi avesse voglia di scoprire le parti nobili dello stadio non rimarrebbe particolarmente entusiasta. Tutto è al limite del presentabile. Per intenderci: dalla tribuna alla zona mista per le interviste, il passaggio obbligato avviene tramite il fossato che divide le gradinate dal campo da gioco. Ricorda un vicolo di un quartiere malfamato, tra muri scalcinati e poca pulizia. E pensare che qui ci giocano abitualmente le formazioni più celebri d’Europa: chissà che penseranno le delegazioni ospiti? Sia chiara una cosa: il San Paolo non si colloca tra le eccezioni negative della serie A quanto a qualità. Semmai lo collocheremmo di poco sotto la media, finendo per spiccare in accezione negativa a causa delle proprie dimensioni ma tra i migliori quanto a cordialità. Peraltro, per questo Napoli-Chievo, di lunedì sera, l’impianto presenta già un buon colpo d’occhio a un’ora dal calcio d’inizio, il che ispira la supposizione che i posti a sedere siano numerati solo sulla carta. Ovvero che sia tuttora valida la norma del chi prima arriva meglio alloggia.

Sul campo la partita è avvincente e finisce col Napoli che si salva a due minuti dalla fine contro un Chievo gagliardo che trova sul proprio conto l’unico momento di distrazione. Eroe del giorno è Gennaro Sardo. Napoletano verace, segna un gol bellissimo nel “suo” stadio. Lesto a piazzare il pallone nell’incrocio dei pali con Rafael in uscita, per oltre un’ora sogna un clamoroso – e beffardo – successo davanti a parenti e amici. Che lo premiano con un enorme cabaret di paste e sfogliatelle assortite. Sardo se le merita davvero: è un bravo ragazzo che in gialloblù ha trovato l’ambiente ideale per far emergere le proprie doti, sia tecniche e che umane. Nonostante l’ora tarda, a Capodichino e sul volo del ritorno verso Verona le sfogliatelle vanno comprensibilmente a ruba. Core grato, Gennaro.

Paolo Sacchi

Sardo-Chievo

Napoli 1-1 Chievo

Marcatori: Sardo (C) al 18′ p.t.; Albiol (N) al 43′ s.t.
NAPOLI: Rafael; Maggio (dal 34′ s.t. Insigne), Albiol, Britos, Reveillere ; Inler, Dzemaili (dal 12′ s.t. Jorginho); Callejon, Hamsik, Mertens; Higuain. All.: Benitez.
CHIEVO: Puggioni; Frey, Dainelli, Cesar; Sardo, Bentivoglio (dal 29′ s.t. Radovanovic), Rigoni, Hetemaj, Dramè; Thereau, Paloschi dal (33′ s.t. Estigarribia). All.: Corini .

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.