Duecentoventotto giorni per decidere

Genova, 15 gennaio 2006; Genoa-Ravenna

Uno che a Luciano Moggi non le manda a dire deve avere una bella personalità. Anche se a compromettere la carriera di Ciccio Grabbi, in definitiva, tra leggende e verità, non è stato l’ex DG della Juventus e la potente Gea, quando arriva al Genoa nella seconda parte del 2005, quasi a fine carriera, il ragazzo ispira naturale simpatia ai tifosi rossoblù. Sa giocare di fino ed ha un occhio per il gol. Peccato che il fisico non lo sorregga quanto sarebbe necessario per giocare ad alto livello. Gli era parzialmente riuscito nel periodo in cui era transitato nel Blackburn Rovers in Premier League. Poi una malattia al piede lo ha frenato, al punto da rispondere alla chiamata del Vecchio Balordo che valigette e giustizia sportiva hanno spinto al terzo livello del calcio italiano. Di fronte a quasi diciottomila spettatori Ciccio e compagni dimostrano che il Grifone appartiene ad un altra categoria, schiantando il Ravenna dopo nemmeno mezzora di gioco. Il centravanti segna un gol sublime, entrando da destra in area di rigore e piazzando la palla ad effetto sul secondo palo, che di fatto chiude la contesa anche se il suo contributo sarà soprattutto decisivo più avanti, nei playoff che i rossoblù finiranno per giocare con Salernitana e Monza.

Il senso del ridicolo è, come è noto, condizione metafisica. La stagione sciagurata per il club va a braccetto con quella della lega e della federazione, capace di irridere il proprio operato e la valenza del torneo di C proprio a causa delle protagoniste della partita che stiamo guadando – Ravenna e Genoa, ma nella versione del girone d’andata. In pratica, nel momento in cui le osserviamo in campo, le due squadre non sanno quanti punti hanno in classifica.

Una situazione grottesca. Nella prima giornata del campionato – disputata il 4 settembre 2005, occhio alle date – negli otto minuti finali di Ravenna-Genoa l’allenatore rossoblù Perotti manda in campo il neo acquisto Ghomsi. Che in realtà è squalificato ma nessuno se ne avvede, nel caos di una squadra ri-allestita in fretta e furia dopo che la sentenza della retrocessione per illecito sportivo è resa operativa. I padroni dincasa, sconfitti quel giorno per 3-1, se ne accorgono e procedono col ricorso. A dicembre la prima sentenza (tre mesi dopo la gara!) ribalta il risultato a favore della formazione romagnola. Tuttavia a gennaio (!) il giudice la annulla accogliendo il contro-reclamo degli avvocati genoani. Dunque? Dunque per la sentenza definitiva, tra cavilli e pressioni varie, si rimane in ballo fino al 20 aprile del 2006. Che a conti fatti sono sette mesi e mezzo dopo la partita incriminata. Esattamente 228 giorni dopo. Per tutto quel tempo resta anche in ballo il campionato, in cui tre punti assegnati a l’una o l’altra possono decidere la lotta per promozione e salvezza sul filo di lana. Sembra incredibile ma nel tempo intercorso la sensazione è che in Lega si vorrebbe aspettare prima di decidere per capire se e come la decisione possa influire sulla classifica, magari sperando che le cose si mettano a posto da sé. Invece non va così e, sotto pressione, a tre giornate dalla fine del campionato, trentuno turni dopo che Ghomsi è sceso erroneamente in campo, finalmente la Caf decide: 3-0 a tavolino per il Ravenna. Fuori tempo massimo.

grabbi

Genoa-Ravenna 3-0
Marcatori: Stellini 1’, Grabbi 8′, Baldini 29′
GENOA: Gazzoli, Ambrogioni, Stellini, Fusco, Baldini, Tedesco, De Vezze (88’ Grando), Coppola, Grabbi (88’ Caccia), Iliev, Rossi (85’ Botta) – ALL. Giovanni Vavassori
RAVENNA: Capecchi, Gianella, Ballanti, Pizzolla, Bonomi, Anzalone, Galuppi (46’ Cazzola), Giraldi, Succi, Cavagna (55’ Agostinelli), Perna (65’ Semprini) – ALL. Paolo Dal Fiume

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.