Il Chievo C’eter

E bravo Chievo. Il punto di Crotone forse non aiuterà i gialloblù ad andare direttamente in serie A ma dallo “Scida” Alfredo Aglietti e i suoi uomini sono usciti a testa alta, conclamando l’assenza di differenza tra sé stessi e la principale candidata a seguire il Benevento nella massima divisione. In una partita tesa, impegnativa e con un buon ritmo fin dalla prime battute, Obi e soci hanno premuto sull’acceleratore fin da subito. L’intensità e la qualità della fase di costruzione della manovra, con pressing altissimo e almeno cinque nitide palle-gol, hanno caratterizzato Ia porzione d’avvio e impresso alla gara un inatteso percorso che solo gli ormai proverbiali difetti di mira non hanno modificato in termini di punteggio.

Otto minuti di possesso palla complessivi in più dei rivali la dicono lunga sulla preparazione della sfida e sull’organizzazione di gioco che ha permesso di creare tante opportunità nell’ambito di una gestione del pallone pressoché costante. Il gol di Molina è stata la proverbiale mosca nel piatto a cui il Chievo spesso si è trovato di fronte nel corso della stagione. Come in altre occasioni, pure stavolta si è seminato tanto e raccolto meno del meritato.

Il mister toscano, però, legittimamente deve sentirsi soddisfatto. La sua squadra mai si è disunita, ha mostrato idee e personalità, tanto che gli otto punti di svantaggio sulla squadra di Giovanni Stroppa non si sono visti mai, neppure nel finale quando in campo, dalla cintola in su c’erano Segre-Esposito-Ongenda a centrocampo e Ceter-Grubac-Morsay in avanti. Un mix di giovani virgulti e innesti invernali. Volere è potere, si dice. Con Giaccherini kappaò dopo soli sette minuti, il Chievo non ha cambiato una virgola nell’atteggiamento in campo. Ha tenuto botta ed è così che è nata quella marcatura che ha ridato un punto strameritato ai gialloblù e lo ha mantenuto a rimorchio delle posizioni che valgono i playoff.

Ordinata la difesa, la grande spinta dalle linee esterne, con giocate palla a terra ma anche tagli repentini, probabilmente fritto di questa ultima serie di allenamenti conviviali, è stata una delle caratteristiche più apprezzate in questa trasferta calabrese. Positivo l’apporto di Dickmann e Renzetti – ottimo assist sul gol – ma la medaglia sul petto va appuntata a Damir Ceter. Ancora una volta ha colto l’attimo, facendosi apprezzare per la volontà e la determinazione e lo spirito che mette ogni volta che scende in campo: lo spirito che serve per restare in alto.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.