Un Genoa di metallo

Genova, 10 gennaio 1988; Genoa-Barletta

Pessimismo e fastidio. Lo ripeteva ossessivamente Claudio Rufus Nocera, storico e compianto fondatore del gruppo comico genovese dei Cavalli Marci, interpretando una gag che sarebbe diventata celebre in tv negli anni novanta. Nella scenetta, nei panni di un “cammallo”, uno scaricatore di porto in tuta blu, portava continuamente sulle spalle un enorme scatolone, avanti e indietro sugli scogli, con fatica, difficoltà e apparentemente senza trovare il luogo dove consegnarlo. Esilarante. Già negli anni ottanta in città erano nati gruppi comici di altissima qualità, come i Bronkovitz, di Crozza e Dighero, che si esibivano al Nessundorma. A ruota è stato il turno dei Cavalli Marci, composto da attori che avranno e hanno  tuttora grandissimo successo come Luca Bizzarri e Paolo Kessissoglu.

Chissà se Nocera era a Marassi in quella domenica del gennaio 1988 in cui il Genoa ha ospitato il Barletta. Se così fosse, la sua gag del “pessimisimo e fastidio” potrebbe essere ispirata proprio da quel giorno, sintesi perfetta dello stato d’animo genovese e genoano. Il cielo è limpido ma tira vento e fa freddissimo. Lo stadio è un cantiere aperto con la parte vecchia in piedi per metà, trascurata e inospitale. Di fronte, verso il Bisagno, non si intravvede ancora lo scheletro di quello che sorgerà. In più, il Genoa offre un calcio disarmante. Senza meta, come il personaggio di Nocera. Non è certo a causa di Gigi Simoni, che ridisegna costantemente la formazione cercando di tirar fuori soluzioni che non troverà, per essere esonerato due settimane dopo da questa partita. Che diventa memorabile solo perchè le panche provvisorie di metallo del settore dei distinti inferiori, rivisitato in un’agghiacciante “tribuna”, con il freddo di quel giorno diventano una clamorosa trappola fantozziana per le chiappe di chi ha la sventura di sedercisi sopra.

Anche il Genoa dell’epoca più che di ferro sembra fatto di metallo. Battendo forte, facile che si spezzi Il mister si affida a Gigi Marulla, centravanti calabrese e bandiera del Cosenza più che del grifone. Nonostante venga associato ad un epoca non particolarmente ricca di soddisfazioni, resterà nel cuore dei tifosi rossoblù prima di essere stroncato – come il povero Nocera – da un infarto qualche anno fa a soli 52 anni,

La partita è in linea con l’esperienza sensoriale sulle gelide panchine dello stadio. Marulla – chi altri -riesce a piazzarla in rete dopo pochi minuti di gioco. La squadra sembra, lì per lì, aver trovato la giusta posizione. Sarà per il freddo ma, come noi d’altronde, la squadra in campo resta immobile. Come congelata. E ogni volta che i pugliesi ci provano, si trema. A raffreddare ulteriormente l’atmosfera a metà ripresa arriva il gol del pari. Quando sentiamo il triplice fischio, quantomeno si capisce che l’agonia e terminata. Sia in campo che per chi è seduto sui sedili dei distinti inferiori.

Paolo Sacchi

gigi

Genoa-Barletta 1-1 (0-0)
Marcatori: Marulla al 15′, Giusto al 72′.
GENOA: Gregori, Torrente, Mastrantonio, Pecoraro, Trevisan, Scanziani, Signorelli F. (Eranio dal 1′ della ripresa), Agostinelli (Ambu dal 28′ della ripresa), Marulla, Di Carlo, Briaschi. All.: Simoni.
BARLETTA: Savorani, Di Sarno (Cossaro dal 15′ del p.t.), Giorgi, Mazzaferro, Guerrini, Solfrini, Butti, Fioretti, Cipriani (Giusto dal 15′ della ripresa), Pileggi, Scarnecchia. All.: Rumignani. dsda

 

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.