Il Grifone sornione

Se non proprio a volare alto, con Davide Ballardini il Grifone quantomeno è tornato a sorridere. Il secondo ritorno del tecnico ravennate sulla panchina del Genoa a inizio novembre ha generato lo scossone atteso. Dopo il faticoso inizio di stagione, rilevate le redini da Jurić, Ballardini ha ridato equilibrio e fiducia a Pandev e compagni partendo dalle fondamenta. Prima di tutto, ha puntellato il settore arretrato: con lui il Genoa ha subito solo 6 reti in 13 gare, dopo che nelle precedenti 12 disputate con Jurić i gol al passivo avevano toccato quota 19. Pur confermando la difesa a tre del predecessore – che poggia, oltre al collaudato Perin tra i pali, se disponibili, su Izzo e gli ex gialloblù Spolli e Zukanović – con tre mediani e due laterali è nel centrocampo il settore in cui è cresciuta la solidità di cui beneficia il pacchetto arretrato. Sulle fasce il neo arrivato Pedro Pereira e Laxalt garantiscono un contributo di lotta e corsa nelle due fasi di gioco, mentre Rigoni, Bertolacci e Hiljemark o Veloso hanno soprattutto il compito mantenere salde le posizioni di copertura. Ovvero, il Genoa di Ballardini non è l’avversaria più agevole da superare: fa giocare l’avversaria chiudendosi ordinatamente per provare a colpire nelle ripartenze. Tanto da far pagar dazio pure a una squadra di spessore come la Lazio.

UN COMPLEANNO DA LEONI. Festa doveva essere, festa è stata. Il Var non ha fermato Diego Laxalt: all’Olimpico il centrocampista uruguayano si è regalato una prestazione da sogno proprio nella settimana del suo venticinquesimo compleanno. Del Genoa il ragazzo di Montevideo ne rappresenta anche lo spirito guerriero e proprio in rossoblù ha trovato la sua collocazione ideale sul terreno di gioco. Pescato dall’Inter in patria quando copriva il ruolo di mezzala sinistra con il Defensor, dal suo arrivo a Pegli nel gennaio 2015 è stato reinventato da Gian Piero Gasperini come tornante a tutto campo, che interpreta in maniera decisamente efficace. L’ottima tecnica, la resistenza, la capacità di giocare uno-contro-uno quanto di battere a rete gli sono valse la stima incondizionata delle Gradinata Nord rossoblù.

THE ITALIAN JOB. È nato e cresciuto nel New Jersey, ha disputato le sue migliori annate calcistiche in Inghilterra e Spagna ma l’Italia è nel suo sangue e soprattutto nel suo cuore. Giuseppe Rossi è tornato nel Belpaese per rilanciare la propria carriera martoriata dagli infortuni che hanno limitato le potenzialità di un attaccante dalla tecnica sopraffina, un piede sinistro vellutato e un gran fiuto del gol. Per il Genoa è una sorta di scommessa, nella speranza che il suo contributo possa dar nuova linfa alla squadra e alla tifoseria dopo la partenza del baby Pellegri. Da quando è arrivato in Liguria, a inizio dicembre, ha giocato in tutto 33 minuti tra il match di Coppa Italia contro la Juve e quello col Torino in campionato. Poi un nuovo stop, che ne mette in dubbio anche la presenza con il Chievo. Comunque vada, in bocca al lupo, Pepito.

Paolo Sacchi

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Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.