Marcello, Marcello

Genova, 21 marzo 1976; Sampdoria-Verona

Entriamo a Marassi e ci sentiamo circondati. Siamo in tribuna e intorno a noi tutti sanno che non tiferemo per la squadra di casa, come in maniera scherzosa nostro padre ha fatto sapere ai vicini. Per la formazione ospite peraltro non abbiamo particolari simpatie. Risulta del tutto ininfluente sia il Verona. Da bambini ci hanno trasferito la nozione che tifare “contro” i concittadini sia la normalità. Anzi, la base della rivalità. Il secondo risultato da controllare ogni domenica è sempre quello degli “altri”, intesi nei cugini locali, nella speranza che non sia positivo. Un po’ come al Palio di Siena, la competizione locale stimola e moltiplica l’interesse e la passione, a Genova come altrove. Pur molto annacquata con gli anni, non abbiamo mai visto negatività in tutto ciò. Piuttosto sana gogliardia verso un fenomemo non affatto esclusivamente italiano che possiede un’intrinseca sfaccettatura masochista: si gode dei risultati negativi dei concittadini per poi sentirne la mancanza quando militano in una serie inferiore. Perchè in fondo non esiste momento più suggestivo del derby.

Torniamo però a quella soleggiata domenica pomeriggio del 1976: la clemenza dei vicini di posto è consolante. È la nostra prima assoluta in tribuna, unico settore coperto dell’impianto che –scopriremo col  tempo – è stato costruito negli anni dieci e ricorda in tutto e per tutto le grandstand degli stadi inglesi d’epoca vittoriana. Le panche di legno su cui si siede il pubblico sono antiche, probabilmente quanto lo stadio. Superato l’imbarazzo d’essere “ospite”, l’atmosfera che ricordiamo è incantevole. Quasi come la divisa della squadra di casa, per via del colletto con i lacci. Preferiamo quelli del Genoa, però non ci lasciano indifferenti.

Le due squadre sono in competizione per salvare le penne nella serie A con sedici squadre e hanno in panchina due allenatori di cui abbiamo già notizie. Il Doria è guidato da un sergente di ferro che si chiama Eugenio Bersellini, mentre il Verona, in maglia gialla, è nelle mani di Ferruccio Valcareggi. A dimostrazione che i bambini memorizzano i gestacci, ci viene subito in mente quando ne avevamo già sentito parlare: sì, con Chinaglia, ai Mondiali. La partita è tesa e si sblocca solo nel finale, con Rossinelli che spara un tiro verso la porta di Ginulfi. Catellani devia e arriva il gol del vantaggio doriano. La Samp ora gioca sul velluto. Tra tutti si fa notare il libero, Marcello Lippi. Oltre ad essere, da quel che percepiamo, l’idolo delle tifose, dirige la difesa e si sgancia anche in contropiede. Il colpo del doppio vantaggio arriva proprio a compendio di un’azione personale. Ha grande personalità, dicono. Una specie di allenatore in campo. In effetti il bello, per lui, arriverà dopo.

Paolo Sacchi

Sampdoria 2-0 Verona

Marcatori: Rossinelli 77, Lippi 89

Sampdoria: Cacciatori, Arnuzzo, Rossinelli, Valente, Zecchini, Lippi, Tuttino, Salvi G., De Giorgis (Magistrelli), Orlandi, Saltutti. All: Bersellini

Verona: Ginulfi,  Bachlechner, Sirena, Busatta (Moro A.), Castellani, Nanni, Franzot, Mascetti, Luppi, Maddè, Macchi. All: Valcareggi

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.