Niente Messi a Pavia

Pavia, 22 marzo 2006; Pavia-Genoa

Un tizio, due file davanti, si volta e guarda dalla nostra parte. Cerca con lo sguardo qualcuno. Una volta individuato il bersaglio, esclama: “Se volevi veder giocare Messi, la prossima volta vai al Camp Nou”. Siamo a Pavia e la partita in questione vale per il campionato di serie C e il Genoa sta arrancando. I rossoblù sono una squadra assemblata un po’ a casaccio. Precipitati dalla serie A direttamente in terza serie nel conto salato trovato all’interno della famigerata valigetta, stanno affannosamente cercando di riconquistare la serie cadetta. In questa occasione, la squadra pare in evidente difficoltà di fronte alla verve dei padroni di casa, Nonostante il colore bianco della divisa dei giocatori di Torresani possa stimolare paragoni arditi, no, il Pavia non è il Real Madrid. Il “Fortunati”, per quanto stipato, non è il Berbabeu e la divisa del Genoa sia solo simile nei colori a quella del Barça. Insomma, siamo lontanissimi dalla Champions League e all’ennesimo miracolo di Scarpi, sugli spalti, tra i sostenitori ospiti il mugugno inizia a superare i livelli di guardia.

Il programma ufficiale della gara dice che la partita in questione è una sorta di appuntamento con la storia. Sarà. Con gli anni abbiamo imparato che tutto è relativo: vero è che nella bassa padana non capita spesso di incrociare club di grandi città, per giunta pluriscudettati come il povero Grifone, annaspante in C. La vicinanza tra Genova e la bassa Lombardia – e l’unicità del match, questo è vero – ha indotto molti a seguire dal vivo questa gara infrasettimanale, tanto che all’ingresso non ci sono controlli reali. Con il biglietto – come noi – o senza, i cancelli vengono aperti per gestire il flusso di pubblico. Tanto che agli ospiti viene riservata tutta la tribuna, esaurita come forse non accadeva da anni. Comunque sia, il Genoa patisce fin dall’inizio. Il Pavia attacca in forze e Perotti non sa più a chi votarsi quando Stellini s’infortuna. Si gioca la carta a sorpresa: per provare ad alzare la squadra fa entrare Rivaldo. La prima brutta notizia è che non ha nulla a che vedere con l’asso brasiliano del Barça. Neppure la nazionalità: è un centrocampista paraguayano arrivato qualche settimana prima dal Venezia. In campo si fa subito notare. In male. Purtroppo per il Genoa, sbaglia due passaggi e, appena inizia il secondo tempo, finisce per essere espulso per un fallo evitabile. Inizia l’assedio del Pavia che, incredibilmente, non troverà mai la via della rete grazie alla stoica difesa ospite.

Uno dei nostri amici lì presenti, tifoso rossoblù, sappiamo che non va spesso allo stadio. A quanto pare è la sua prima partita di serie C. Dopo aver pregustato la serie A con Milito e Lavezzi, si è ritrovato Rivaldo e Lopez: non i campioni di Milan e Lazio ma carneadi con cui il Grifone cerca di strappare un punto al “Fortunati”. Insomma, è perplesso e inizia a lamentarsi della mancanza di qualità. Se la prende ad ogni passaggio mal riuscito, peraltro evento non insolito a quei livelli. All’ennesima rimostranza verbale, è chiaro a tutti non abbia affatto contestualizzato la serata. Il vicino di sotto, a quel punto, si gira. Con calma ma in maniera ferma, gli spiega un banale concetto che andrebbe spiegato a tanti che si professano tifosi ma in realtà pretendono solo veder vincere la propria squadra preferita sempre e comunque: “Se sei un vero tifoso, inciti i giocatori fino alla fine. “Altrimenti, se volevi veder giocare Messi, la prossima volta vai al Camp Nou”.

Paolo Sacchi

Pavia 0-0 Genoa
Pavia
: Casazza, Battaglia, Fasano, Lunardini (Todeschini 76), Preite (Napolitano 59), Bandirali, Ceccarelli (La Cagnina 90), Rossi, Veronese, Sciaccaluga, Chianese. All: Torresani
Genoa: Scarpi, Ambrogioni, Stellini (Rivaldo 27), Coppola (De Vezze 33), Fusco, Bacis, Iliev, Rossi, Lopez, Moretti, Grabbi (Botta 66). All: Perotti

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.