Punto d’inizio

Nello sport, come in informatica, lo zero è un’indicazione del punto d’inizio. Lo zero a zero con cui il Chievo ha conquistato contro l’Empoli il proprio primo punto in campionato è da tradurre in accezione positiva, al di là del valore della prestazione e dell’avversaria. Dopo la sbandata di Firenze, la lista dei buoni propositi della formazione di D’Anna badava giustamente all’essenziale: ritrovare la fiducia e muovere in avanti la classifica in un potenziale scontro diretto. Il risultato senza reti fotografa l’equilibrio emerso, pur togliendo qualcosa nella percezione finale di una partita a scacchi che, almeno nella seconda parte, è stata apertissima, con un paio di potenziali marcature non arrivate per una questione di centimetri.

Contro una squadra senza stelle ma in ottima condizione psicofisica e dotata di un’eccellente organizzazione di gioco,  i gialloblù sono scesi in campo con ben tre debuttanti dal primo minuto, di cui uno assoluto. Con Djordjevic a formare un’inedita coppia di attaccanti insieme a Stepinski, Birsa è tornato a ricoprire la posizione di trequartista con licenza di spaziare e fare da elastico tra le linee. Senza Hetemaj, Obi è stato schiarato titolare sulla sinistra della linea mediana mentre Barba, al suo esordio, ha coperto la posizione di terzino sinistro. Notizia-non notizia, il rientro di Sorrentino tra i pali: il recupero-record dopo l’impatto con Cristiano Ronaldo ha solo confermato una volta di più la scorza dura del portierone del Chievo.

Sul prato del Bentegodi si è assistita a una gara a due volti. Ad un primo tempo avaro di emozioni è seguita una ripresa apertissima, realisticamente in bilico fino al novantesimo. Nella prima frazione la formazione di Andrezzoli è sembrata privilegiare la fase di possesso. Un modo elegante per tenere lontano dalla propria area un Chievo peraltro più attento – o preoccupato – a non scoprirsi piuttosto che affondare. Disinnescate eventuali minacce delle mine vaganti offensive empolesi, con Zajc, Caputo e La Gumina pericolosissimi nei tagli, Radovanovic e soci anno saputo mantenersi compatti. Pragmatismo in salsa gialloblù: non trovando le condizioni ideali per essere creativi negli ultimi trenta metri, gli uomini di D’Anna hanno evitato di sbilanciarsi contro una formazione che sembrava non vedesse l’ora di partire in contropiede. Nella ripresa è cresciuta la fiducia in maniera proporzionale col coraggio. Il cambio di modulo, con Giaccherini in campo e Djordjevic terminale avanzato, ha aumentato il coefficiente di creatività offensiva. Le occasioni – e che occasioni – capitate al centravanti serbo e a Rigoni avrebbero meritato miglior sorte in una fase il cui l’equilibrio è stato messo a repentaglio anche sul lato opposto del campo da un paio di incursioni di Acquah e Zajc. Con un lungo brivido lungo la schiena per la rete annullata a Caputo. Per quanto ad occhio nudo fosse in fuorigioco, il non-gol ha riacceso l’attenzione nei confronti del settore arretrato gialloblù, imperfetto nella chiusura.

In definitiva, il pari è da considerare un risultato tanto giusto quanto utile. Non permette di fare salti in avanti in classifica né di festeggiare la prima vittoria in campionato ma è un punto che serve. È arrivato dopo una gara da leggere come tappa in avanti verso la miglior sintonizzazione. I nuovi arrivati hanno qualità ma è obbligatorio un margine di tolleranza prima di poterne ricavare il meglio, inserirli (e inserirsi) nello scacchiere. Come Obi, giocatore in grado di recitare una parte importante in un ruolo nevralgico di lotta e di governo. Applausi a Djordjevic: non vestiva una maglia da titolare in A da oltre un anno. Ha terminato in crescendo e dimostrato di poter diventare un giocatore rilevante nell’economia del gioco, con qualsiasi modulo. Dal punto di vista difensivo, era importante concedere poco, meglio se o nulla, agli avversari. Con Stefano garanzia assoluta, Rossettini si sta confermando un giocatore di categoria e, senza Cacciatore disponibile, Barba è stato egregio in una situazione certamente non facile. Tra gli altri, bravo Rigoni: ancora una volta la sua poliedricità ha conferito equilibrio e copertura al settore centrale e il suo piede caldo lo ha portato ha sfiorare un gran gol.

In attesa che la Lega comunichi data e orario definitivo, alla ripresa dopo la prima pausa internazionale il Chievo sarà di scena a Roma contro i giallorossi di Di Francesco. A prescindere dalla difficoltà della gara, il tempo ora è alleato dei gialloblù. Dopo aver risollevato il morale con una prestazione, come l’ha definita il mister, da bicchiere “mezzo pieno”, D’Anna e i suoi uomini hanno due settimane di tempo per la messa a punto. Quindi giorni da sfruttare al meglio: ad attendere Giak e compagni ci sarà un mese delicato nell’economia del campionato. Un mese da affrontare al top.

Paolo Sacchi

(Foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.