Il colpo di mercato

Genova, 27 gennaio 1985; Sampdoria-Napoli

Da non credere. “Francis alla Sampdoria”, scriveva TuttoSport nell’estate 1982. In un’epoca in cui le fantasie di mercato toccavano il minimo sindacale, c’era da fidarsi del titolo del quotidiano sportivo più diffuso della provincia di Alessandria, luoghi in cui trascorrevo quasi ogni estate negli anni della scuola dell’obbligo. E così uno dei miei calciatori preferiti, tanto da aver mandato i miei genitori alla ricerca della maglietta indossata dalla sua Inghilterra, marchiata Admiral con le bande blu e rosse in alto ai lati del colletto – assolutamente innovativa per quegli anni – sarebbe arrivato in Italia. Avrebbe vestito una maglia non altrettanto personalmente desiderata rispetto a quella con i tre leoni sul petto, ma la notizia era comunque positiva.

Sarebbero aumentate la possibilità di vederlo dal vivo più spesso e comodamente a due passi da casa. Come in questa sfida dei blucerchiati col Napoli di Maradona, ad esempio. Pur non andando a rete, anche in quell’occasione l’attaccante avrebbe dimostrato che le qualità per essere tra i calciatori più celebri di quell’epoca le aveva davvero. Trevor Francis è stato un giocatore eccezionale ed un professionista moderno in un’epoca di passaggio tra i ruspanti anni settanta e il calcio contemporaneo. Esploso giovanissimo, è  diventato una delle stelle della Division One e della NASL, facendo la spola con gli USA, prima di vincere la Coppa dei Campioni con il Nottingham Forest e affermarsi tra i punti fermi della sua nazionale. Col clamoroso passaggio alla Sampdoria si aggiunge all’elenco di stelle che arrivano in Italia dopo i mondiali del 1982. Prima in coppia con Brady, poi, dalla stagione 1984-85, viene raggiunto da Souness del Liverpool in una squadra blucerchiata che annoverava già gente del calibro di Vialli, Mancini, Vierchowod e tanti altri.

La carriera italiana di Francis non è stata indimenticabile come le premesse sembravano indicare. Pare soffrisse di iperuricemia, un eccesso di concentrazione plasmatica di acido urico che indeboliva le fibre muscolari. Forse, chissà, lo stile di vita nelle sue cinque stagioni nel Bel Paese – l’ultima con l’Atalanta – non lo ha aiutato. Però vederlo giocare è stato sempre un piacere. Attaccante di rara intelligenza, sapeva muoversi e spaziare sul fronte offensivo come pochi. Elegante ed efficace sotto porta, in Italia ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato.

Paolo Sacchi

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Sampdoria-Napoli    0-0
SAMPDORIA: Bordon, Mannini M., Pellegrini L.(Galia), Pari F., Vierchowod, Renica, Vialli, Souness, Francis, Scanziani, Mancini R..
NAPOLI: Castellini(Di Fusco), Bruscolotti, De Simone, Bagni, Ferrario, Marino R., Bertoni D.(Dal Fiume), De Vecchi, Caffarelli, Maradona, Celestini.
Arbitro: Lo Bello Di Messina.

 

 

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.