Si torna a giocare. Tra i se e i ma.

Il 20 giugno il calcio italiano tornerà in campo. Un’ottima notizia in senso assoluto per gli appassionati quanto per gli addetti ai lavori. Le squadre stanno tornando ad allenarsi convivialmente e, anticipate dalla fase finale della Coppa Italia, la serie A e la serie B dovrebbero chiudere il proprio programma nelle successive sette settimane. Il condizionale è d’obbligo. Sul “come” ripartirà il calcio cercheremo di capire meglio le dinamiche nei prossimi giorni. Perché per quanto si possa comprendere l’entusiasmo mediatico dopo gli ultimi angoscianti mesi trascorsi a parlare del passato e del mercato, per la verità restano invariati alcuni aspetti che dovrebbero indurre alla prudenza. Il rischio che la stagione, in realtà, sia ugualmente a rischio stop è un dettaglio non affatto secondario nonostante stia passando in secondo piano, travolto dalla scarica di adrenalina del “si torna a giocare”.

Il protocollo sanitario approvato e riconfermato prevede che, in caso di positività di un membro del “gruppo squadra”, l’intera compagine finirà in quarantena per quindici giorni. Ovvero in quel momento verrebbe di fatto bloccata la stagione. Che sia una decisione imposta dal Ministero o magari (non pubblicamente) condivisa dalla Lega per logiche che potremmo solo ipotizzare, in fondo poco cambia. Comunque sia, nella speranza di essere smentiti, prepariamoci ad un finale di stagione con un’alta possibilità di veder ricorrere ai piani B e C.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.