Una festa per il Boss

“Non ho mai visto un giocatore tosto come il ‘vostro’ capitano”. Un anno fa, giorno più, giorno meno, Boštjan Cesar aveva impressionato come nessun altro il pubblico e la critica di Hampden Park. Non certo una sorpresa. Anzi: lungo il suo percorso eccellente, oltre alle stagioni in gialloblù, il Boss ha allineato tante giornate felici con la maglia della nazionale dei nostri vicini di casa ad est delle Alpi Giulie. Nell’occasione, malgrado il risultato finale non positivo della Slovenia contro la Scozia, il “nostro” capitano – riferitoci come battuta per il legame col Chievo – era riuscito nel non semplice intento d’impressionare gli addetti ai lavori di Glasgow e dintorni, piuttosto avvezzi quanto a performance tutto coraggio e grinta. Nel caso specifico, con il non secondario valore aggiunto di averne apprezzato le qualità nel presidio del proprio territorio e una evidente leadership in campo. Un vero capitano e un ispiratore in grado di tener in partita la Slovenia fino alla fine.

Un anno da quel tardo pomeriggio scozzese, Il Boss ha deciso di congedarsi per sempre dal football internazionale. In effetti, a pensarci bene, gli amici scozzesi non sbagliavano a definirlo il ‘nostro’ capitano: in tutti questi anni con lui, Jokic e Birsa la Slovenia è diventata anche un po’ la nazionale d’adozione del mondo intorno al Chievo. A partire dai Mondiali del 2010: Cesar era diventato da qualche giorno un neo-clivense e ne avevamo seguito in tv l’avventura slovena in Sudafrica, una spedizione storica in cui era stato seguito dal compagno Bojan. Fino all’ultima tornata di qualificazioni verso il sogno di Russia 2018 con il buon Valter al suo fianco. Un’impresa sfumata, con il grande rammarico per le prestazioni da incorniciare della formazione di Katanec – su tutte, a Wembley contro l’Inghilterra – in cui la costante è stato individuare tra i migliori in campo proprio il numero dodici gialloblù.

Dunque Cesar ha finito per dire stop alla propria nazionale e stasera a Lubiana saluterà tifosi e compagni. Peccato, vien da aggiungere. Senza alcuna offesa per l’avversaria di turno, la Bielorussia, e per il bellissimo contesto – lo stadio Stožice è un piccolo gioiello – uno come il capitano sloveno, così come Gigi Buffon e tutti quei personaggi sportivi così carismatici per il proprio Paese, avrebbe sportivamente ‘meritato’ di accomiatarsi in una grande competizione. Nel giovane Paese in cui nello sport a brillare sono soprattutto le stelle dello sci – femminile, in particolare – e del basket, uno come Boštjan è stato e sarà un icona, al di là del record di presenze – stasera tocca quota 101. Uomo-squadra, trascinatore, duro in campo quanto gradevole fuori, ha saputo interpretare le varie fasi della propria carriera nazionale e di club mettendosi sempre al servizio della squadra e del gruppo. Non sarà facile per la Slovenia trovare un altro Boss. Comunque sia, la certezza è che la festa se l’è tutta meritata.

Paolo Sacchi

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.