Il vetro del pianto

Genova, 7 gennaio 1990; Sampdoria-Lazio

Il “nuovo” Marassi di Gregotti ha ormai preso forma. L’estetica profuma d’Inghilterra anche se non tutti apprezzano alcune scelte architettoniche. In particolare fa arrabbiare il settore ospiti che, per ragioni di spazi, è piazzato al posto del vecchio parterre, sigillato tra bordo campo e il settore soprastante da una vetrata. Una collocazione che, se per certi versi ricorda la “away end” di Goodison Park negli anni Ottanta, ha poco di romantico per chi segue la partita dalle due gradinate dello stadio nuovo. I vetri in pratica ostruiscono la visuale nelle prime venti file. L’idea, pessima, è contestata dai tifosi di entrambe le squadre genovesi. Mentre a Berlino cadono il muro, a Marassi crescono le vetrate.

Per questo Sampdoria-Lazio i sostenitori ospiti vengono dunque srotolati lungo tutto il settore sottostante alla gradinata Nord e, tutto sommato, in definitiva offriranno una prestazione migliore rispetto ai loro beniamini in campo. Anche se è indubbia l’affinità tra Paolo Di Canio e i tifosi biancazzurri, per novanta minuti il refrain è continuo: “Rube, Rube, Rube, Ruben Sosa, e Pedro, Pedro, Pedro, Pedro, Troglio e Ama, Ama, Ama, Amarildo” tiene alto il volume dello stadio – e ronzerà nelle orecchie per settimane a chi assiste a questa classica partita casalinga del Doria dell’era-Boskov in cui vige la legge del più forte. Pari e compagni giocano come i gatti coi topi: la Lazio lotta ma, alla fine, al contrario della voce dei proprio tifosi, crolla. Orfano di Vialli, è Roberto Mancini a decidere la gara, facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto. Bobby-gol non segna non “segna solo su rigor”, come dice il coro denigratorio del tempo, ma anche su azione. Accade nel finale di gara, agevolato da un’inguardabile uscita aerea di Fiori e da un penalty in chiusura di tempo. Il settore ospiti piange. Al piano di sopra si festeggia. Nonostante i vetri.

Paolo Sacchi

dicanio

Genova, 7 gennaio 1990
Sampdoria-Lazio            2-0
Marcatori: Mancini 82′ e 88 (su rigore).
SAMPDORIA: Pagliuca, Invernizzi, Carboni, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Victor, Salsano, Mancini, Dossena (Katanec). All Boskov
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Di Canio (Beruatto), Icardi, Amarildo, Troglio, Bertoni.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.